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DIPENDENZA DA INTERNET: QUANDO UN MEZZO INDISPENSABILE DIVENTA SOSTANZA D’ABUSO

18 Gennaio 2023
Tempo di lettura: 4 minuti
DIPENDENZA DA INTERNET: QUANDO UN MEZZO INDISPENSABILE DIVENTA SOSTANZA D’ABUSO

Con l’avvento prima dei computer ed in seguito degli smartphone, l’uso di internet è diventato parte integrante della vita quotidiana.
Il web consente di accedere ad ogni forma di conoscenza condivisa e costituisce uno spazio di incontro e di ritrovo per relazionarsi; è inoltre uno strumento per il lavoro e la formazione, così come rende disponibili diversi passatempi come videogiochi e streaming.
Con le infinite possibilità che ne derivano emergono anche i rischi di un eccessivo uso che potrebbero portare a una riduzione del tempo speso nel “mondo reale” e a un peggioramento della qualità di vita.

Il disturbo da dipendenza da internet

Il concetto di disturbo da dipendenza da internet è stato coniato da Goldberg nel 1995, definito come un disturbo caratterizzato da un eccessivo uso di questa tecnologia, che comprende una vasta gamma di comportamenti compulsivi. È una dipendenza comportamentale, cioè non dovuta all’introduzione nel corpo di una sostanza chimica che genera assuefazione e dipendenza, come l’alcol, il tabacco o le droghe, ma di un comportamento che riguarda ormai la vita di tutti e che in alcuni casi prende uno spazio così ampio da generare dipendenza.
L’uso di internet è legato a una sensazione di piacere e benessere, la quale genera un rinforzo.
Attività piacevoli portano allo sprigionare nel cervello di sostanze biochimiche legate a sensazioni piacevoli e possono portare a produrre più spesso questo comportamento e a generare la dipendenza.

Tipi di dipendenza da internet

Internet è un ambiente in cui possono essere svolte diverse attività, cosicché sono state distinte diverse tipologie di dipendenza in base al contenuto. La ricercatrice Kimberly Young ne ha riconosciuti 5 tipi:

  • La dipendenza da gaming, cioè l’uso del computer per giocare online con altri giocatori o da soli, attività che può arrivare a impiegare gran parte del tempo della vita con l’incapacità di smettere e con conseguenti ricadute sul funzionamento.
  • La dipendenza da comportamenti sessuali online, che deriva dall’utilizzo di internet per cercare, visualizzare e scaricare materiale pornografico o partecipare a chat erotiche. Le chat possono essere usate sia per trovare partner sessuali o anche per fare sexting, pratica per la quale due interlocutori si scambiano messaggi a contenuto sessuale al fine di eccitarsi. Tali attività largamente diffuse possono portare a diverse conseguenze negative come la riduzione del desiderio sessuale e della capacità di eccitarsi, dovute alla progressiva abituazione ai vari contenuti sessuali. Un’altra conseguenza è la riduzione della capacità di ricercare relazioni reali: i contenuti sessuali online sono molto più accessibili e meno sfidanti rispetto alla ricerca di relazioni “nel mondo reale” e questo porta a un ritiro e a una perdita di quelle abilità sociali necessarie per conoscere nuovi partner. Il risultato è la maggiore difficoltà ad abbandonare queste abitudini.
  • La dipendenza da ricerca di informazioni: l’accesso a una quantità infinita di conoscenze può portare alcuni soggetti a un comportamento compulsivo nel quale si salta da un link all’altro e da un argomento all’altro senza soluzione di continuità, portando a un sovraccarico di informazioni e a una riduzione della produttività sul lavoro.
  • La dipendenza da relazioni virtuali, si manifesta  con la tendenza a cercare relazioni mediate da internet a discapito di quelle reali. Le persone che sviluppano questa dipendenza cercano di continuo relazioni sui social network, sui siti di incontri e sulle chat, trascurando quelle reali che, appunto, vengono sostituite.
  • La dipendenza da shopping o da giochi d’azzardo online, dovuta alla facilità ad accedere a negozi su internet o a sale gioco virtuali senza dover uscire di casa, caratteristica che facilita ulteriormente forme di dipendenza che esistono anche senza l’uso del web.

I sintomi della dipendenza da internet

Come appena descritto esistono diverse forme di dipendenza da internet ed ognuna può presentare alcune caratteristiche specifiche, ma ci sono alcuni sintomi comuni che vengono descritti in generale. I principali sintomi osservati sono:

  • La necessità di spendere sempre più tempo su internet per avere lo stesso grado di soddisfazione.
  • Ridotto interesse per altre attività.
  • Sintomi da astinenza quando i comportamenti sono ridotti o interrotti come agitazione psicomotoria, ansia , depressione, pensieri riguardanti le attività sul web.
  • L’incapacità di controllare tali comportamenti o ridurli.
  • Necessità di utilizzare internet per un tempo maggiore rispetto a quello previsto.
  • Un tempo eccessivo impiegato in tali attività.
  • L’incapacità di ridurre l’accesso al web nonostante si conoscano le conseguenze negative sulla propria vita e salute psicofisica.

Nelle persone con tale dipendenza si osservano anche aspetti cognitivi quali:

  • Un maggiore senso di insicurezza, inadeguatezza e ridotta autostima.
  • Idee distorte su se stessi e sul mondo.

Inoltre si possono osservare comorbidità con altri disturbi psicologici, come ansia, depressione, discontrollo degli impulsi e abuso di sostanze, così come un aumento dei disturbi del sonno e delle conseguenze sulla salute tipiche delle persone affette da dipendenze.

Quali sono le caratteristiche che rendono internet fonte di dipendenza?

Internet è un mezzo di cui tutti fanno uso, che entra in gran parte della vita di ciascuno anche per diverse ore al giorno e viene utilizzato per qualsiasi attività dal lavoro al tempo libero. Risulta quindi difficile stabilire una soglia per cui il suo uso sia definibile patologico, se non il disagio significativo e una riduzione del funzionamento con i sintomi precedentemente elencati. Internet non è una causa diretta di dipendenza, però possiede delle caratteristiche che possono facilitarla. È infatti un luogo sicuro dove relazionarsi è più semplice e richiede un numero inferiore di abilità sociali. Il web dà la possibilità di agire in anonimato, il che fa sentire protetti e liberi soprattutto in quei comportamenti come le attività sessuali online che possono condurre al giudizio sociale. È infine facilmente accessibile e disponibile pressoché a tutti, per questo ne consegue la possibilità di un abuso ben più semplice rispetto a quello che caratterizza le sostanze illecite.

Una persona con una vulnerabilità preesistente o che vive una situazione di stress può trovare nell’ambiente virtuale un posto sicuro, un mondo ideale nel quale perdersi e dimenticarsi dei suoi problemi. Ci può essere un’alterazione della percezione del tempo simile a quello sperimentato con l’assunzione di alcune sostanze e la persona può reagire anche con rabbia a chi prova ad allontanarlo da quel mondo.
È emerso che negli adolescenti con dipendenza da internet è più frequente trovare sintomi da deficit di attenzione e discontrollo degli impulsi, caratteristiche che potrebbero predisporre a cadere in questa forma di dipendenza. Nonostante l’assenza nella classificazione ufficiale di un disturbo da dipendenza da internet, il mondo virtuale è ogni anno più presente nelle vite delle persone e mentre gli effetti positivi di questa rivoluzione sono ben visibili, i ricercatori e i clinici stanno ponendo sempre più attenzione alle conseguenze negative sulla salute fisica e psicologica delle persone che abusano di tali strumenti.

Bibliografia

Bjelajac, Ž. Đ., Filipović, A. M., & Stošić, L. V. (2022). Internet Addiction Disorder (IAD) as a Consequence of the Expansion of Information Technologies.

Francesca Salicetia, Internet Addiction Disorder (IAD), Procedia - Social and Behavioral Sciences, Volume 191, 2015, Pages 1372-1376, ISSN 1877-0428, https://doi.org/10.1016/j.sbspro.2015.04.292.

Young, K. S. (2004). Internet Addiction: A New Clinical Phenomenon and Its Consequences. American Behavioral Scientist, 48(4), 402–415. https://doi.org/10.1177/0002764204270278

Young, K. S. (2008). Internet Sex Addiction. American Behavioral Scientist, 52(1), 21–37. https://doi. org/10.1177/0002764208321339

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