HIKIKOMORI: UN FENOMENO NON SOLO GIAPPONESE

Il termine Hikikomori è una parola di origine giapponese che sta ad indicare una condizione per la quale una persona si ritira nella propria casa per un periodo superiore ai 6 mesi e si distacca fisicamente dalla società non frequentando né scuola né lavoro.
La persona che vive questo disagio mantiene a volte un rapporto con i genitori, mentre nei casi più gravi si isola anche da essi.
Il rapporto con la società viene spesso mantenuto attraverso i mezzi digitali come giochi online e social.
Dalla letteratura emerge come il 66% delle persone che ne soffrono siano maschi, prevalentemente della fascia di età fra i 14 e i 30 anni, siano spesso figli unici e di estrazione sociale medio-alta.
Vengono distinti dai cosiddetti NEET, persone che non studiano, né lavorano, né fanno training, perché questi ultimi possono mantenere comunque relazioni sociali fuori casa mentre chi è Hikikomori no.
STORIA DEL TERMINE
Questo fenomeno ha origine fin dagli anni ’80, periodo nel quale un numero crescente di giovani del Giappone ha iniziato a rinchiudersi in casa.
Questo comportamento nel contesto di una società come quella giapponese, basata sull’immagine sociale e la performance, ha portato i genitori a non chiedere aiuto e a convivere nel silenzio con questo problema a causa della forte vergogna.
Per indicare una persona che si era ritirata dal mondo si è iniziato ad usare il termine Hikikomori, una parola composta dalla parola “Hiku” , che significa ritirare, e “Komoru”, isolarsi.
Il primo a dare attenzione al fenomeno in Giappone è stato Tamaki Sato, uno psichiatra che ha pubblicato un libro sul fenomeno dal titolo “Ritiro sociale: adolescenza senza fine”.
Dopo questa pubblicazione è cresciuta l’attenzione sul tema sia da parte dell’opinione pubblica sia poi del governo e sono stati compiuti i primi studi sul fenomeno.
Da uno studio del 2010 è emerso che la prevalenza di hikikomori nella popolazione si aggirava intorno al 1,2%, mentre una successiva stima del 2016 ha fatto emergere come il loro numero raggiungeva i 541.000 soggetti all’interno di un range di età compreso fra i 15 e 39 anni.
HIKIKOMORI E DISTURBI MENTALI
Essendo questa etichetta non riconosciuta nei sistemi di classificazione internazionali come il DSM-5, se non come un fenomeno legato alla società giapponese, non può essere diagnosticata e viene spesso confusa con altri disturbi psichiatrici che risultano riduttivi.
Il ritiro è frequentemente uno dei primi comportamenti messi in atto nel contesto di un disturbo psicotico, ma dagli studi sia sulla popolazione giapponese che su quella italiana è emerso che solo l’1% dei soggetti considerati hikikomori presentava un disturbo psicotico.
Anche la depressione può condurre all’isolamento, ma nel caso degli hikikomori l’isolamento è una scelta spesso ragionata, un rifiuto della società e solo una parte di essi mostra sintomi depressivi, di solito dovuti al loro stile di vita.
La condizione di Hikikomori viene spesso sovrapposta anche alla fobia sociale che, anche se presente, risulta non essere una spiegazione sufficiente.
La paura del giudizio infatti non viene tanto percepita come un problema che li confina in casa, ma piuttosto come un giusto segnale di pericolo che li mette in guardia dalla società.
La condizione dell’hikikomori si ritrova inoltre nei soggetti con un disturbo dello spettro autistico ma anche in questo caso non è sovrapponibile.
I soggetti con autismo dimostrano difficoltà relazionali e comunicative fin dall’infanzia mentre la maggior parte degli hikikomori conducono un’infanzia normale e un disagio adattivo in fasi successive dello sviluppo come l’adolescenza.
Per quanto riguarda la dipendenza da internet, questa è stata spesso additata come una possibile causa del ritiro.
La condizione di Hikikomori però è un fenomeno che avviene indipendentemente, tanto che quando è iniziato il fenomeno negli anni ‘80 la maggior parte dei ritirati non utilizzava il computer.
L’uso di internet potrebbe invece essere un facilitatore perché rende il ritiro meno difficile ed estremo andando a colmare quel vuoto creato dall’assenza di attività esterne.
Può inoltre essere considerato una risorsa, perché permette un mantenimento anche solo parziale e mediato della comunicazione con la società.
Esistono quindi molti disturbi psicologici che possono trovarsi in comorbidità con la condizione di Hikikomori che però sembra essere una condizione primaria.
FATTORI SOCIALI RESPONSABILI
Il fenomeno sopraesposto, nonostante stia emergendo in altre parti del mondo, è nato principalmente nella società Giapponese e lì trova la sua massima diffusione.
Quali sono le cause?
Uno dei primi fattori responsabile del dilagare di questo fenomeno è l’estremo clima di competizione che pervade tutti i contesti sociali, lavorativi e scolastici. Fondamentale in questo clima è l’emozione della vergogna, la paura di fallire e di essere giudicati male, che in una società arrivista e collettivista assume un ruolo di primo piano.
Gli hikikomori cercano quindi di evitare tutti i contesti sociali nei quali possa emergere il meccanismo del confronto sociale.
Il ritiro e il “tempo perso” provocherebbero ulteriore vergogna e scoraggerebbero i soggetti dal tentare un rientro nella società.
Un altro fattore è la cosiddetta “amae” che in giapponese indica una condizione di iper-dipendenza dai genitori.
Uno stile genitoriale nel quale c’è un atteggiamento di forte dipendenza del figlio dalla figura materna e un attaccamento ansioso-ambivalente potrebbe produrre una minore sicurezza in se stessi e una minore autonomia.
Tale stile genitoriale è indicato da alcuni autori come uno dei principali fattori nella condizione di Hikikomori.
Un altro importante fattore di rischio è l’aver subito bullismo a scuola.
Un fenomeno grave e presente in tutte le nazioni del mondo assume un ruolo ancora più rilevante nella società giapponese.
Essere accettati dal gruppo costituisce un fattore di primaria importanza per la propria identità. Essere considerati l’elemento debole nel gruppo ed essere presi di mira dagli altri possono essere percepiti come un proprio fallimento nella società e una vergogna spesso inaccettabile che porta moltissimi studenti addirittura a suicidarsi.
GLI HIKIKOMORI FUORI DAL GIAPPONE
È opinione condivisa che la maggiore diffusione del fenomeno si abbia in Giappone.
Tuttavia casi simili a hikikomori sono stati segnalati in altri paesi con background socioculturali ed economici diversi ad esempio a Hong Kong, Oman e Spagna, e studi basati su interviste strutturate hanno rivelato l'esistenza di hikikomori in India, Corea del Sud e gli Stati Uniti.
Il fenomeno hikikomori sembra quindi aver varcato i confini del Giappone ed essersi diffuso nel mondo.
Un importante fattore che può esserne una delle cause è l'evoluzione della comunicazione da diretta a sempre più indiretta e fisicamente isolante.
Questo è particolarmente vero per le interazioni sociali che finora richiedevano contatti faccia a faccia in uno spazio fisico reciproco ma che ora possono avvenire attraverso il mondo virtuale.
Un altro fattore importante è la pressione sociale alla performance e all’autorealizzazione che caratterizza sempre di più anche altre nazioni oltre a quella giapponese, soprattutto nelle società occidentali.
Gli studi fuori dai confini giapponesi rimangono comunque ancora pochi e danno un’immagine limitata di quale sia la reale entità del fenomeno.
GLI HIKIKOMORI IN ITALIA
In Italia tale condizione è stata messa in luce dall’associazione “Hikikomori Italia” che ha come fine quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno e mettere in comunicazione tutti coloro che sono interessati alla questione.
Nonostante non siano stati fatti studi approfonditi sulla prevalenza del fenomeno, dalle richieste pervenute all’associazione si ritiene verosimile una stima di 100.000 persone identificabili come Hikikomori in Italia.
Sembrerebbe quindi non essere una sindrome culturale esclusivamente giapponese, ma un disagio adattivo sociale che riguarda tutti i paesi economicamente sviluppati del mondo.
Bibliografia
Crepaldi, Marco. Hikikomori : i giovani che non escono di casa 2019 - Alpes Italia
Kato, T.A., Kanba, S. and Teo, A.R. (2019), Hikikomori : Multidimensional understanding, assessment, and future international perspectives. Psychiatry Clin. Neurosci., 73: 427-440. https://doi.org/10.1111/pcn.12895
Kato TA, Kanba S, Teo AR. Hikikomori: experience in Japan and international relevance. World Psychiatry. 2018 Feb;17(1):105-106. doi: 10.1002/wps.20497. PMID: 29352535; PMCID: PMC5775123.