LE TECNICHE DI RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA

Cos'è la ristrutturazione cognitiva?
La ristrutturazione cognitiva è una delle tecniche più utilizzate nella Psicoterapia Cognitivo Comportamentale, che consiste nell’identificare e mettere in discussione i propri pensieri disfunzionali e le proprie credenze patogene. Lo scopo è poterli modificare a favore di uno stile di pensiero che sia più realistico, funzionale o adattivo.
È una tecnica fondamentale perché l'essere umano non è sempre in grado di compiere ragionamenti perfettamente logici, anzi, spesso utilizziamo delle “distorsioni cognitive” che sono di fatto delle scorciatoie di pensiero.
All'interno del percorso terapeutico, il paziente può imparare a trasformare questi pensieri che causano disagio e sofferenza in modo graduale e sicuro, per renderli più flessibili e adattabili alla vita quotidiana.
Per ristrutturazione cognitiva si intende quindi un insieme di tecniche tese a identificare e modificare pensieri, valutazioni e credenze responsabili della sofferenza psicologica.
La ristrutturazione cognitiva agisce anche su una serie di processi mentali e cognitivi di mantenimento delle credenze stesse, come ad esempio l’iperfocalizzazione su ipotesi catastrofiche.
In altre parole, tali tecniche determinano un cambiamento psicologico agendo sia direttamente su pensieri, valutazioni e credenze patogene, sia specificatamente su meccanismi mentali che li sostengono, favorendo una maggiore disponibilità a considerare e ad aprirsi a una prospettiva differente.
Il risultato è che le proprie credenze hanno ancora una minaccia presente, ma depotenziata e, dunque, più accettabile e meno gravosa.
Vengono identificate tre componenti nucleari indispensabili affinché la ristrutturazione cognitiva produca gli effetti desiderati:
- l’empirismo collaborativo,
- gli interventi verbali,
- la verifica empirica delle ipotesi.
Per empirismo collaborativo si intende quella particolare modalità di procedere grazie alla quale terapeuta e paziente utilizzano le proprie conoscenze per affrontare il problema. Entrambi contribuiscono alla soluzione, lavorando insieme alla definizione degli obiettivi in un clima di fiducia che favorisca l’assunzione di responsabilità.
Con interventi verbali si intendono le strategie con le quali il terapeuta interviene direttamente sulle credenze, sugli schemi, sugli scopi e sui processi sono tesi a sollevare dubbi sulle convinzioni disfunzionali e a sollecitare il paziente a impegnarsi in nuovi processi valutativi.
Infine, la verifica empirica delle ipotesi è la fase sperimentale durante la quale con il paziente vengono pianificati veri e propri esperimenti comportamentali con l’obiettivo di constatare in vivo la fallacia delle proprie credenze.
Il dialogo socratico
La ristrutturazione cognitiva si realizza procedendo con una modalità comunicativa tipica della terapia cognitiva che rappresenta la cornice verbale utile per il cambiamento: il dialogo socratico.
Il dialogo socratico è un metodo di scoperta guidata, finalizzato all’individuazione e soprattutto alla disputa delle credenze patogene alla base dei comportamenti e delle emozioni disfunzionali.
È uno strumento terapeutico volto a identificare e modificare le credenze patogene, attraverso un intervento verbale in cui il terapeuta usa una serie di domande in cui non si critica o non si mette in discussione direttamente la credenza patogena, ma ci si limita a guidare il paziente verso prospettive e punti di vista differenti.
Il punto non è affermare una nuova verità, ma essere consapevoli dei limiti e della parzialità della propria verità. Si tratta di una modalità con la quale il terapeuta stimola il paziente a impegnarsi in una riflessione costante sulle proprie credenze.
Il dialogo socratico quindi va condotto con l’obiettivo di stimolare la riflessione e approfondire le proprie reazioni, aumentando l’attitudine a indagare i propri stati interni, favorendo il distanziamento e la rivalutazione dagli schemi e insegnando al paziente uno stile socratico per affrontare i problemi in modo più efficace. Alcune domande utili per la ristrutturazione cognitiva sono:
- Quali sono le prove a favore di questa idea? Quali sono le prove contrarie?
- C’è una spiegazione alternativa?
- Qual è la cosa peggiore che potrebbe accadere? E se si dovesse realizzare come la affronterebbe?
- Qual è la cosa migliore che potrebbe accadere?
- Qual è l’esito più realistico?
- Cosa direbbe a un amico o un familiare se si trovasse nella stessa situazione?
- Che effetto produce credere in questo pensiero?
Con questa tecnica si aiuta il paziente a considerare le prove a sostegno del contrario favorendo la defocalizzazione dall’ipotesi peggiore e la distrazione del pensiero su eventualità che in genere non considera.
Se è vero che i pensieri negativi producono malessere allora potrebbe essere vero anche il contrario, vedere in modo più realistico e meno catastrofico i propri pensieri produrrà effetti di riduzione della sofferenza.
In sintesi la procedura si articola lungo tre momenti: Individuazione della credenza, Messa in discussione della credenza, Rivalutazione dell’evento secondo la nuova prospettiva.
Un esempio? La credenza “Devo piacere a tutti altrimenti non valgo nulla” può essere ristrutturata in un pensiero più funzionale come “Io valgo anche se a qualcuno qualche volta non piace quello che faccio”.
Questo è un passaggio fondamentale: si identifica la credenza (e si accede al vissuto e alla storia di vita del paziente) e mettendola in discussione sperimentiamo nuovi modi di interpretare noi stessi e quello che ci accade.
Le tecniche di ristrutturazione cognitiva
Vediamo ora alcune tra le più importanti tecniche cognitive.
LADDERING: È una procedura finalizzata a evidenziare le relazioni tra credenze, valutazioni e scopi.
Si tratta di uno strumento potentissimo che permette di capire quali siano le motivazioni profonde che muovono l’individuo verso la realizzazione del mondo desiderato o verso la fuga dal mondo temuto.
Si tratta di approfondire i propri pensieri attraverso una serie di domande tese a far emergere gli scopi minacciati o compromessi.
Esempi di queste domande sono: Che cosa significa per lei? se ciò accadesse veramente, cosa comporterebbe per lei? se ciò fosse vero, cosa ci sarebbe di così terribile?
Da un punto di vista terapeutico è fondamentale, perché questo ci permette anche di collegare i pensieri disfunzionali alla propria storia di vita e ad accedere in questo anche ad un contenuto più profondo e storico.
RICONOSCERE LE DISTORSIONI COGNITIVE: Riconoscere e fare una lista delle distorsioni cognitive è una procedura di ristrutturazione cognitiva tesa a rendere più consapevoli e a favorire il distanziamento critico dagli errori sistematici. Lo scopo non è correggere il pensiero nella direzione della sua verità formale, ma di aumentare la flessibilità nel considerare punti di vista alternativi.
Si tratta di promuovere una fiducia meno assoluta nelle proprie credenze attraverso la consapevolezza del fatto che spesso anche inconsapevolmente si giunge a conclusioni disfunzionali a causa di una fallacia nel ragionamento.
Alcuni esempi di distorsioni cognitive sono il pensiero dicotomico (cioè interpretare gli eventi modalità bianco/ tutto o nulla), la catastrofizzazione (cioè credere che ciò che succederà sarà terribile e non saremo in grado di affrontarlo), la lettura della mente (cioè dare per scontato di sapere cosa pensano gli altri), la generalizzazione (cioè considerare che le cose vadano negativamente a partire da un unico episodio negativo).
DISPUTING: La disputa è una modalità di contrasto delle credenze disfunzionali tesa a dimostrare come i sintomi e la sofferenza psicologica siano ascrivibili all’azione delle credenze illogiche e disfunzionali e quindi come la loro sostituzione con credenze più funzionali garantisca un maggior grado di benessere. Esistono:
- la disputa logica che mira a discutere la coerenza logica della propria credenza,
- la disputa empirica finalizzata a rintracciare le prove di quanto sostiene il paziente,
- la disputa pragmatica indirizzata a discutere quanto sia funzionale la credenza rispetto alla realizzazione dei propri scopi.
PRO E CONTRO: Questa è una tecnica classica che si utilizza principalmente nelle fasi di presa di decision making. Dopo aver identificato e descritto il comportamento problematico o la credenza disfunzionale, si chiede di suddividere un foglio In due colonne e si scrive sul lato i pro e sull’altro i contro, ricercando tutte le possibili alternative.
Bibliografia
Perdighe C., Gragnani A. (2021). Psicoterapia cognitiva. Raffaello Cortina Editore.
Clark D.A. (2014). Cognitive restructuring. In The Wiley Handbook of Cognitive Behavioral Therapy. John Wiley & Sons.
Kelly G.A. (1955). La psicologia dei costrutti personali. Raffaello Cortina Editore.
Ellis A. (1980). Rational-emotive therapy and cognitive behaviour therapy. In cognitive therapy and research.