TUMORI, CHEMIOTERAPIA E PROBLEMI DI ATTENZIONE E MEMORIA: IL CHEMOBRAIN

Per chemobrain o deterioramento cognitivo post tumore si intende una condizione di deterioramento nel funzionamento cognitivo che può riscontrarsi nei trattamenti per il tumore durante la terapia o al termine della stessa.
Non è limitata unicamente a chi ha ricevuto una chemioterapia, ma i dati riportano che sia più frequente per questi pazienti.
Nonostante le ricerche risentano di difficoltà e variabilità nei risultati, c’è comunque un consenso generale sul fatto che almeno la metà delle persone che attraversano il cancro e i relativi trattamenti necessari possano fare esperienza di qualche forma di deterioramento della memoria e dell’attenzione.
I sintomi, nel dettaglio, riguardano:
- Difficoltà di concentrazione e attenzione, distraibilità
- Difficoltà nel seguire quello che le persone stanno dicendo
- Lentezza nel processare informazioni
- Difficoltà di apprendimento e mantenimento di nuove informazioni
- Difficoltà nel richiamare parole
- Difficoltà a richiamare nomi e volti di persone recentemente incontrate
- Difficoltà di memoria e nel ricordare appuntamenti
- Diminuzione della flessibilità mentale
- Sensazione di affaticamento mentale e annebbiamento (chemofog)
I pazienti riferiscono una sensazione faticosa dovuta al non riconoscersi più rispetto a come erano abituati a funzionare, soprattutto nel “multitasking” che spesso accompagna le nostre infinite giornate.
Quello che più frequentemente viene riferito è la difficoltà nella memoria “a breve termine” e memoria di lavoro. Riportano per esempio difficoltà a studiare, leggere un libro o nel ricordare cosa stavano cercando in una stanza. Spesso riportano di dimenticarsi appuntamenti presi o addirittura di controllare l’agenda.
Per alcuni pazienti i sintomi appaiono già durante il periodo dei trattamenti medici; per molti altri si presentano e aumentano tra i 9 e 12 mesi dopo la fine delle terapie; nel 10-20% dei casi possono rimanere effetti sul lungo termine anche a distanza di dieci anni, ma con sintomatologia stabile e senza peggioramenti.
Spesso i pazienti si spaventano, temono malattie come l’Alzheimer o altri tipi di demenza, ma in realtà si tratta di condizioni diverse non correlate. Il vissuto è quello di un importante deterioramento nella propria funzionalità e qualità di vita (distress emotivo, ansia, depressione), pur non riscontrando dati oggettivi ai test neuropsicologici.
QUALI SONO LE CAUSE DEL CHEMOBRAIN?
Ad oggi è ancora oggetto di studio quale tipo di cancro o quale tipo di trattamento porti a tale condizione. Sicuramente sono stati rintracciati dei fattori sostenuti dalla ricerca che riguardano la relazione con la chemioterapia, ma non solo. Possono influire sul funzionamento cognitivo anche altri elementi tra cui il sistema immunitario, la risposta infiammatoria allo stesso cancro, i danni al sistema microvascolare cerebrale, gli effetti della radioterapia, i cambiamenti ormonali, le immunoterapie, il trapianto di cellule staminali.
Oggi poi sappiamo che anche la vulnerabilità genetica può modulare l'effetto delle chemioterapie sulle funzioni cognitive. Il termine “chemobrain” (“cervello chemioterapizzato”) o chemofog (“annebbiamento da chemio”) sono i termini utilizzati per descrivere il deterioramento cognitivo esperito dei pazienti, che oggi sappiamo non essere causato unicamente dalla chemioterapia.
COSA FARE?
Per la cura e la prevenzione di questa forma di deterioramento cognitivo al momento non sono noti dei metodi e delle terapie farmacologiche efficaci. Sono stati fatti degli studi su alcuni farmaci, ma senza evidenza di efficacia, inoltre molti pazienti preferiscono non ricorrere ai farmaci proprio perché già sottoposti a terapie spesso con importanti effetti collaterali. Per questo si mostra più funzionale approcciarsi al problema con un trattamento breve, snello e non farmacologico.
Il Memory and Attention Adaptation Training utilizza metodi della terapia cognitivo – comportamentale usati nelle ricerche su stress, ansia, gestione dei sintomi nella medicina comportamentale e di vari approcci di trattamento nella riabilitazione cognitiva. Il MAAT è utilizzato per aiutare le persone ad usare le capacità intatte per sviluppare nuove modalità compensatorie per affrontare tutti quei compiti che ogni giorno richiedono l’uso di attenzione e memoria.
L’attenzione e la memoria sono influenzate da sistemi neurocognitivi multipli e interagenti. In condizioni di routine, quindi di bassa “richiesta”, questi sistemi cognitivi funzionano facilmente bene. Quando le condizioni sono invece più complesse e più richiestive, aumentano i fallimenti cognitivi e si producono distress emotivo e conseguenze negative. È qui che i pazienti esperiscono una disparità tra il richiesto (che diventa una sorta di “minaccia”) e le risorse che sentono di avere effettivamente a disposizione per farvi fronte. Questo porta ad aumentare l’attivazione fisiologica e il distress e di conseguenza si manifesta un ulteriore diminuzione della prestazione cognitiva.
Il MAAT, attraverso strategie cognitivo-comportamentale, aiuta i pazienti ad esercitarsi e fare un uso forte ed efficiente delle capacità cognitive presenti, ad imparare ad applicare le nuove competenze per potersi sentire più efficaci rispetto alle richieste quotidiane.
Riducendo la disparità tra le percezione delle proprie risorse e le richieste viene ridotto il distress, aumenta il proprio vissuto di controllo delle situazioni, di motivazione e di riadattamento.
Le 4 componenti del MAAT sono:
- Educazione e Riattribuzione: che consiste in una fase di psicoeducazione rispetto al deterioramento cognitivo nei pazienti oncologici o più in generale rispetto al funzionamento della memoria e attenzione.
- Training di autoconsapevolezza: lavora sulla consapevolezza dei molteplici fattori che influiscono sul sistema cognitivo, delle aspettative rispetto ai sintomi, le richieste ambientali, lo stress, la chemio terapia, etc.
- Autoregolazione: lavora sulla regolazione emotiva e sulle capacità di fronteggiare lo stress
- Strategie compensatorie: training di competenze che facilitino un ottimale funzionamento nonostante le disfunzioni cognitive.
Bibliografia
Alvarez et al. (2013). The effect of EEG Biofeedback on Reducing Post Cancer Cognitive Impairment. Integrative Cancer Therapies 12 (6) 475-487.
Ferguson R. & Karen Lee Gillock. 2021 Memory and Attention Adaptation Training. A brief Cognitive Behavioral Therapy for Cancer Survivors. Oxford University Press
Kaelin C.M. Living through breast cancer. Mc Graw Hill