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Autostima: Regole chiave per crescere figli sicuri e campanelli d’allarme

2 Maggio 2024
Tempo di lettura: 3 minuti
Autostima: Regole chiave per crescere figli sicuri e campanelli d’allarme

La stima di sé è un elemento indispensabile per riuscire nella vita e si costruisce principalmente durante l'infanzia, afferma lo psicologo ed autore francese Bruno Hourst, secondo il quale è proprio la mancanza di questa il maggior freno allo sviluppo delle proprie potenzialità. 

Oggi sappiamo che sin dai primi anni di vita, i bambini cominciano a costruire una propria immagine di sé in base all’atteggiamento che i “grandi” (soprattutto i genitori ma anche tutte le altre figure di rilievo come maestre, nonni etc ..) hanno nei loro confronti, poiché è proprio durante queste interazioni che i piccoli raccolgono informazioni su di sé.

Come sostiene Alessio Roberti nel suo testo “Le parole per crescere tuo figlio”, i genitori sono “lo specchio parlante attraverso cui nostro figlio esplora se stesso”.

Ma come possono i genitori sostenere i loro figli nella costruzione di una sana autostima?

  1. Innanzitutto, occorre considerare il clima di amore incondizionato come il territorio migliore in cui può germogliare l’autostima. Il messaggio dovrebbe essere qualcosa simile a “ti amo per quello che sei a prescindere dal successo che hai e dai risultati che ottieni”, “ti voglio bene proprio per la tua unicità”. Perché non dedicare qualche minuto ogni giorno a trasmettere al proprio figlio questo sentimento? Magari con messaggi come il seguente: “Già quando eri nella pancia immaginavo di avere una bambina proprio come te, sono davvero contenta che sia proprio tu la mia bambina”
  2. Proteggilo ma lascialo libero di sperimentare. Se non ci sono reali pericoli, lascialo agire autonomamente e scegliere personalmente senza sostituirti a lui, questo aumenterà la sua percezione di autoefficacia. Se necessario offrigli anche il tuo incoraggiamento “Ho fiducia in te, ce la farai”: una frase semplice, ma che può infondergli tanto coraggio e fare la differenza.
  3. Se è più grandicello cerca di dargli compiti chiari e adeguati alla sua età, in modo che sia in grado di raggiungerli con il suo impegno. Ogni esperienza positiva infatti nutre ulteriormente la sua autostima e la sua motivazione a mettersi nuovamente in gioco. 
  4. Elogialo, se lo merita! Ancora una volta, due recenti studi dell’Università i Standford e Chicago confermano quanto sia importante offrire lodi, possibilmente mirate e che considerino anche lo sforzo e l’impegno messi piuttosto che solo i risultati. “Bravo, ti sei sforzato per ottenere questo risultato”. Però attenzione, evita di sovrastimare le sue capacità ad esempio dicendogli in continuazione “sei un genio”. Alla lunga, il confronto con la realtà (e l’accorgersi di non essere così superiore rispetto agli altri) potrebbe disorientarlo e ferirlo
  5. Criticalo e correggilo se necessario ma in modo costruttivo. Cerca di essere specifico, di riferirti ad un comportamento o ad un risultato precisi e spiega anche come si può fare in modo corretto.  Evita di utilizzare etichette, generalizzazioni, e espressioni che fanno pensare al bambino che una certa caratteristica sia riferita alla sua persone e sia immutabile nel tempo. (meglio dire “hai sbagliato ha scegliere il colore in questo disegno”, piuttosto che “sei stupido non sai colorare”) Se possibile, evita anche di rispondere agli insuccessi del bambino con atteggiamenti di eccessiva insofferenza o umilianti (attenti a non offendere il bambino in pubblico, e/o magari confrontarlo con coetanei o fratelli più abili).”

Quali sono gli atteggiamenti ed i comportamenti dei genitori che possono ostacolare questo processo?

Secondo la Spinelli (psicoterapeuta e formatrice)  a volte i genitori stessi hanno una bassa autostima e sono insicuri; altre volte, seppur amorevoli, non riescono a sintonizzarsi con i reali bisogni del bambino alimentando in questo un senso di sfiducia; altre volte ancora sono eccessivamente perfezionisti ed hanno aspettative esagerate sui figli, dinamica quest’ultima che può farli sentire cronicamente inadeguati.   
Quali i campanelli dall’allarme che potrebbero segnalare un problema di autostima nel nostro bambino?

Bambini che agiscono atteggiamenti troppo presto rinunciatari, o che si tirano indietro e si rifiutano di affrontare compiti; bambini molto timidi, impacciati e paurosi, bambini che si isolano e si mettono in disparte quando sono con altri o che durante i giochi e i disegni mettono in scena sentimenti di svalutazione o all’opposto bambini aggressivi, apparentemente fin troppo sicuri di sé,  potrebbero essere campanelli d’allarme e segnalare un problema di autostima. Ovviamente questi comportamenti ed atteggiamenti di tanto in tanto possono capitare senza necessariamente rivelare un problema ma se dovessero presentarsi con eccessiva frequenza potrebbe essere importante anche rivolgersi ad uno specialista per un confronto.

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