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DINAMICHE RELAZIONALI NELLA COPPIA

13 Aprile 2023
Tempo di lettura: 4 minuti
DINAMICHE RELAZIONALI NELLA COPPIA

Il tema della relazione di coppia è sempre più attuale e spesso richiede l’intervento di un professionista nel campo della salute mentale per gestire al meglio dinamiche conflittuali in esso presenti.

Noi siamo nati da una coppia, spesso viviamo dentro una coppia, siamo circondati da coppie, tuttavia è difficile definire cosa sia una coppia.

Proviamo a spiegarlo partendo dalla definizione della parola relazione, dal latino res + latum che significa portare qualcosa, cioè portare in questo caso il nostro me all’altro, i nostri pensieri, le nostre emozioni, i nostri stati d’animo per condividerli con lui o lei ed instaurare così un rapporto o un legame.

Ognuno dei due membri porta se stesso nella coppia stessa, ma mantenendo una propria individualità. La coppia infatti è formata da due individui che insieme creano una nuova dimensione: si passa dall’io al noi, ma mantenendo i propri bisogni, le proprie abitudini, i propri vissuti emotivi e relazionali, rimodellandoli e riadattandoli in una nuova forma che permetta un arricchimento e un completamento; l’altro ci completa ed amplifica le nostre peculiarità.

All’interno delle relazioni di coppia, così come in ogni altra relazione, il nostro comportamento è guidato dai sistemi motivazionali: sono sistemi di regolazione fisiologici che, una volta attivati, organizzano il comportamento sociale, interpersonale, oltre che l’esperienza emozionale e la rappresentazione di “sé-con-l’altro”.

Questi sistemi sono:

  • attaccamento,
  • accudimento,
  • agonismo,
  • sessualità,
  • cooperazione

e possono essere presenti in modalità differenti nella coppia, a seconda del momento che la coppia stessa sta attraversando.

Il sistema dell’attaccamento: è finalizzato all’ottenimento di aiuto e vicinanza protettiva da parte di un’altra persona individuata come idonea. Il sistema si attiva nelle situazioni di dolore, pericolo, percezione di vulnerabilità e solitudine. Quando è attivo, regola una serie di emozioni in sequenza: paura da separazione, collera da protesta, tristezza da perdita e, infine, il distacco emozionale.

Il sistema di accudimento: è reciproco a quello dell’attaccamento. Esso porta all’offerta di cura verso l’altro ed è attivato dai segnali di richiesta di conforto e protezione emessi da un altro individuo. Le emozioni derivanti dall’attivazione di questo sistema sono ansia, compassione, tenerezza protettiva o colpa per il mancato accudimento. Il sistema si disattiva alla percezione di segnali di sollievo e sicurezza da parte dell’altro.

Il sistema sessuale: è finalizzato alla formazione e al mantenimento della coppia sessuale. Il sistema è attivato da segnali fisiologici interni all’organismo e da segnali comportamentali di corteggiamento emessi da un altro. Emozioni collegate all’attivazione del sistema sono il pudore, la paura del rifiuto e la gelosia; la percezione dell’avvicinarsi della meta invece è collegata all’esperienza emotiva del desiderio e piacere erotico.

Il sistema agonistico: è finalizzato alla definizione dei ranghi di potere e di dominanza/sottomissione in cui prevale l’aggressività e il conflitto.

Il sistema cooperativo: ha come meta il conseguimento di un obiettivo comune, più facile da raggiungere attraverso un’azione congiunta. Il sistema è attivato dalla percezione degli altri individui interagenti, in funzione dei fini prefissati e la percezione da parte dei “pari” di segnali di non-minaccia agonistica, come il sorriso.

Nella relazione con il partner un ruolo di primaria importanza è dato dal sistema motivazionale cooperativo, basato sulla reciprocità, empatia, condivisione di obiettivi, legittimazione delle emozioni dell’altro, riconosciute valide come le proprie.

Quando in una relazione di coppia si è maggiormente motivati dalla ricerca di cura e dalla richiesta di protezione, vi è il rischio di identificare l’altro come figura accudente, riconoscendolo come un possibile soccorritore.

Al contrario quando si è eccessivamente accudenti nei confronti del partner, percependolo come vulnerabile (mi prendo cura di lui perchè ha bisogno di me) e rispondendo a richieste di aiuto in modo controllante o eccessivamente accudente, si può generare nell’altro un’aspettativa di dipendenza e di salvezza.

Nel funzionamento di una coppia, le motivazioni che maggiormente guidano una sana relazione sono quelle della cooperazione: attenzione reciproca, condivisione delle esperienze, costruzione di significati comuni, libertà di esprimere le proprie emozioni. Non vi è un accudente e un accudito, ma un “noi”, in cui due persone diverse, cercano soluzioni insieme.

Nelle coppie in cui prevale un elevato grado di conflitto è spesso presente e attivo il sistema agonistico che può essere dannoso, in quanto il conflitto da solo può mettere in evidenza una differenza di opinioni, ma se porta con sè anche la rabbia, quest’ultima a volte può distruggere la relazione.

Un uomo o una donna, singolarmente o in coppia, chiedono aiuto per tensioni, disaccordi, incomprensioni, insoddisfazioni, conflitti, sofferenze.

I problemi che generalmente presentano riguardano l’incapacità a gestire e risolvere in coppia aree di vita quali la sessualità e la dimensione intima, la comunicazione e gli aspetti decisionali, le dinamiche di relazioni con le famiglie d’origine, le relazioni amicali, la genitorialità, l’organizzazione domestica o l’amministrazione del reddito familiare.

La conseguenza di ciò può portare a ulteriori comportamenti, scelte quali relazioni extraconiugali, comportamenti violenti o aggressivi, un forte disagio psichico in uno dei due partner o nei figli.

Quando possiamo definire una relazione di coppia “malata”? Ma prima ancora quando la definiamo sana?

Una relazione intima è sana quando contribuisce alla maturazione psicologica e al benessere di entrambi i partner, gli scopi e le modalità di relazione si adattano ai cambiamenti del ciclo vitale; i due partner collaborano nell’affrontare e gestire i vari momenti della relazione, dalla gravidanza alla nascita di un figlio, alla morte di un genitore, ai cambiamenti lavorativi.

E’ importante cooperare, scendere a compromessi, agire in base a decisioni prese in comune, avere una buona predisposizione ad accettarsi e a perdonarsi, a tollerare difetti ed errori (Beck). Quindi una relazione sana considera i bisogni individuali e relazionali.

La relazione genera sofferenza quando viene a mancare la reciprocità e l’altro non si accetta nella sua diversità. Non è più possibile negoziare (dare e ricevere, chiedere e offrire), non si riconosce la propria e altrui prospettiva di significati.

L’origine del problema risiede in buona parte nelle differenze inaccettabili tra partner.

La sofferenza dei partner non è causata solo dalle divergenze e dai conflitti, ma soprattutto dal modo distruttivo che essi hanno di affrontare le inevitabili incompatibilità.

All’inizio di una relazione le differenze dell’altro sono spesso fonte di attrazione ed è piuttosto facile accettarle e tollerarle. Nel corso del tempo le differenze alimentate da aspetti di vulnerabilità di ogni partner creano scontri finalizzati a cambiare l’altro.

I conflitti causati dalle reciproche differenze sono caratterizzati da 3 meccanismi:

  • coercizione reciproca: diventano sempre più presenti gli atteggiamenti coercitivi, il voler cambiare l’altro e il partner sente la diversità dell’altro come una sua mancanza.
  • svalutazione: la mancanza dell’altro viene svalutata
  • polarizzazione: il reciproco impegno a cambiare l’altro porta ognuno ad irrigidirsi sempre di più sulle proprie posizioni. L’angoscia è generata non tanto dalle differenze in sé, quanto dai tentativi dei partner di eliminarle.

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